Saturday, September 20, 2008

Marconi: L’ITALIA DISERTERA’ LA CERIMONIA A SALVAN *** (Fonte http://www.dire.it/DIRE-EMILIA-ROMAGNA/marconi litalia.php)


BOLOGNA - Strappo istituzionale tra Italia e Svizzera su Guglielmo Marconi. L'Italia, infatti, non parteciperà alla cerimonia di conferimento del titolo di "Patrimonio delle Telecomunicazioni" al Comune svizzero di Salvan, prevista per il 26 settembre. Lo ha annunciato l'ambasciatore italiano, Giuseppe Deodato, al consigliere federale Pascal Couchepin, presidente della Confederazione elvetica, e al segretario generale dell'Unione internazionale delle telecomunicazioni (Uit-Itu), Hamadoun Touré. E la novità è salutata con un grido di vittoria dal Comune di Sasso Marconi che rivendica per sè quel titolo.
Il sindaco del Comune bolognese, Marilena Fabbri, nei giorni scorsi aveva interessato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, esponendo i propri dubbi sulla documentazione storico-scientifica alla base dell'assegnazione dell'onorificenza a Salvan. E a Sasso raccontano che Letta è stato molto sollecito nel raccogliere la richiesta. Fatto sta che l'intenzione dell'Italia di disertare la cerimonia del 26 non dispiace affatto al Comune bolognese: "E' un passo importante nella doverosa ricerca della verità storica". Fabbri gongola: "Non possiamo che condividere con il Governo italiano e con l'Ambasciata che una semplice presenza delle Autorità italiane alla cerimonia di Salvan potrebbe suonare come implicito riconoscimento di un fatto che a nostro giudizio va opportunamente accertato".
Fabbri ringrazia poi le autorità italiane "per avere appoggiato con sensibilità e sollecitudine la comunità di Sasso Marconi" e spera che, anche con la collaborazione dell'Uit-Itu, di Salvan e delle fondazioni marconiane, si riesca "finalmente a dare la corretta dignità storico-scientifica al nostro più illustre concittadino Guglielmo Marconi e alle sue scoperte".L'evento di Salvan, continua Fabbri in una nota, "può offrire l'occasione a storici, scienziati e alle Istituzioni di fare chiarezza, magari arrivando anche a nuove verità". Tuttavia, "nella situazione attuale", fa bene l'Italia a non andare alla cerimonia in Svizzera. Il Comune di Sasso ricorda che l'Uit-Itu, interpellata a sua volta, ha deciso di non mettere a diposizione le prove scientifiche in suo possesso sulla presenza a Salvan di Guglielmo Marconi nell'estate del 1895. Ma Sasso non arretra e ribadisce: le evidenze storico–scientifiche disponibili "attestano che Marconi realizzò gli esperimenti decisivi alla base della comunicazione senza fili a distanza a Pontecchio Marconi (frazione di Sasso Marconi) tra il 1894 e il 1895".
E non ci sono prove che nello stesso anno abbia lasciato l'Italia poiché, essendo sottoposto agli obblighi di leva militare, doveva attenersi a precise procedure in caso di espatrio e sono disponibili documenti e nulla osta necessari ad ottenere il suo primo passaporto, consegnato il 10 febbraio 1896 poco prima che Marconi partisse per Londra."Ci sono una serie di cose che noi di Sasso Marconi (e noi italiani) non possiamo accettare commenta Fabbri- innanzitutto il fatto che il titolo internazionale di Patrimonio delle telecomunicazioni venga assegnato, nella sua prima edizione, ad un luogo che non è in grado di dimostrare il suo coinvolgimento con Guglielmo Marconi e con la storia delle telecomunicazioni".

Un paradiso a portata di…barca *** Navigando nell’Adriatico centrale tra le isole della Croazia***.

Testi e foto digitali di Erminio D’Alessandro



Con un serie di reportage fotografici e brevi appunti, torno a raccontare le ultime navigazioni effettuate nelle acque della Croazia per i lettori interessati a questo tipo di vacanza o che desiderano, attraverso questi brevi spot, fare una crociera virtuale.A bordo di Capriccio, una barca a vela armata a sloop di 42 piedi (circa 13 mt.), ho percorso questa estate quasi 1500 miglia, in circa quarantacinque giorni di navigazione da maggio sino ad oggi, più della metà nelle acque della Croazia.Nonostante i sempre troppi impegni di lavoro, sono riuscito ad organizzare due crociere degne di questo nome, una decina di giorni ai primi di luglio (meta le isole centro settentrionali) ed una quindicina a fine agosto a sud (meta le isole del sud e Dubrovnik) evitando accuratamente il periodo 15 luglio – 15 agosto, in cui le coste croate sono prese di assalto ed è sempre un problema trovare posto sia in porto che in rada.


Le ottime condizioni atmosferiche della trascorse estate, la costante dell’alta pressione ed il periodo favorevole hanno consentito, quasi sempre, un turismo itinerante e di ormeggiare ogni sera in un porto o in una baia diversi, rendendo la crociera sempre interessante.Le traversate dall’Italia verso la Croazia sempre di notte, in modo da raggiungere di giorno la costa croata ricca di isole, isolette, scogli e secche, tutte bellissime, ma pericolose per la navigazione.


Le traversate di rientro dalla Croazia in Italia sempre di giorno, con arrivo in serata nel Marina di Pescara, ben segnalato e soprattutto conosciuto.Lasciare l’ormeggio del Marina di Pescara alla sera ed all’alba veleggiare nel silenzio in vista delle isole della Croazia è un’esperienza ogni volta affascinante. Il profumo del caffè all’alba, preparato al risveglio dalle nostre assonnate compagne di navigazione per noi uomini con la barba lunga, che abbiamo trascorso la notte in coperta, inebriante. Il primo ormeggio in terra di Croazia, con la bandiera gialla (obbligatoria ed indicante che non ancora sono state esperite le formalità di dogane e polizia di ingresso in Croazia) ha il sapore intenso ed unico dell’inizio della vacanza. Neanche il paio d’ore che normalmente si perdono per scrivere a mano moduli e scartoffie per la “Capetanija” e per la “Policija” e l’attesa per il rituale dei timbri sui documenti di ingresso riesce a scalfire l’entusiasmo di cui siamo intrisi. Solo la sera prima eravamo a Pescara, ora… in paradiso.


Una leggenda dalmata narra che il buon Dio, per ringraziare le credenti popolazioni dalmate che tanto patirono per spada dai saraceni, abbia donato a loro tutte o quasi tutte le isole dell’Adriatico. In effetti la costa dalmata è l’ideale per la navigazione e soprattutto per le barche a vela, dolci venti generati dalle termiche tra la montuosa costa ed il mare, accarezzano le tratte di mare protette tra le isole, regalando facilmente da 10 a 15 nodi di vento con mare praticamente calmo. Raramente, in estate, il maestrale o la bora si incuneano tra i canali delle isole, disposti da nord ovest a sud est, gonfiando il mare. Ogni mattino, dopo una buona colazione e l’immancabile spesa al mercato per la kambusa (pesce fresco, frutta ed ortaggi) intorno alle nove, nove e trenta, si lascia l’ormeggio, si esce dal porto, si drizzano le vele e nel silenzio si percorrono, in poche ore, le 20, 30 miglia di distanza che ci separano dalla meta successiva, non senza aver fatto prima una bagno ristoratore e consumato una breve colazione a base di frutta fresca, in una bella baia.


Ogni pomeriggio un porto nuovo, una nuova cittadina da scoprire, visitare ed alla sera, al tramonto, intorno al tavolo del pozzetto per la cena, rigorosamente preparata a bordo con il pesce fresco acquistato al mattino e pulito in mare durante la navigazione, cucinato con tanta passione e buon olio di oliva abruzzese. Quando e dove è possibile, dopo cena, ci si diverte ad attrezzare un “concertino” trasformando la poppa della barca in un piccolo e tecnologico palchetto con mixer, amplificazione, microfoni, roland, chitarra elettrica e percussioni, per suonare e cantare insieme, dolcemente, con la voce che c’è, i nostri amati vent’anni, ovvero gli anni settanta, Battisti in testa, a volte, con decine di coristi e ballerini improvvisati delle barche in fianco.Infine una bella passeggiata notturna per chiudere la giornata e definire gli ultimi dettagli della meta del giorno successivo e prima della mezzanotte, stanchi ma soddisfatti, a dormire ed al mattino seguente di nuovo da capo.E’ o non è… il paradiso?
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Foto n. 1 – Capriccio all’ormeggio nel Marina ACI di Korcula
Foto n. 2 – una bella inquadratura di Dubrovnik scattata dall’alto dei monti che la sovrastano
Foto n. 3 – il Marina ACI di Korcula visto dall’ingresso
Foto n. 4 – il rituale della pulizia del pesce fresco durante la navigazione

Sunday, September 14, 2008

PESCARA E IL PORTO*** LA SOSPENSIONE ANTICIPATA DELLA LINEA PESCARA - SPALATO E’ UN PERICOLOSO SEGNALE DI DECADIMENTO *** OCCORRE DEVIARE IL FIUME

di Romano Di Bernardo
Era prevedibile l’attuale situazione di crisi del porto di Pescara.La sospensione anticipata della linea Pescara-Spalato è il segnale più preoccupante che dovrebbe interessare seriamente tutti gli ambienti che operano nel settore. A questo evento sono collegate le carenze organizzative, strutturali e politiche che, fin dalla progettazione della nuova darsena, erano facilmente prevedibili.I nostri amministratori, privi di “coscienza marinara”, furono convinti, in buona fede, che la realizzazione delle due nuove banchine esterne fosse il preludio per la trasformazione della nostra città in un “terminale” dell’autostrada del mare” sulla direttrice Roma – Balcani.L’interramento dei fondali iniziò a manifestarsi già durante la costruzione della darsena. Anche il più modesto dei pescatori sarebbe stato in grado di suggerire ai progettisti di posizionare la barriera foranea almeno 300 metri più al largo con una angolazione morbida che consentisse il deflusso del fiume verso il largo.Dopo il primo errore, nel progettare le nuove banchine, si è continuato a sbagliare permettendo il conseguente imbottigliamento del fondale esposto all’accumulo dei detriti.Basta una sola piena del fiume con mareggiata da greco – levante per depositare migliaia di metri cubi a ridosso delle banchine.E’ NECESSARIA LA DEVIAZIONE DEL FIUME In tutti porti importanti situati alle foci di fiumi di media grandezza come il Pescara si è provveduto alla deviazione del corso d’acqua per isolare l’area portuale collegata direttamente al mare aperto.Questa soluzione pare che sia prevista dal piano regolatore portuale in gestazione presso il Comune e annunciato anche dal sindaco D’Alfonso.Bisogna poi sottolineare l’assoluto disinteresse della Regione. L’Ente crede che a Pescara siano sufficienti le strutture attuali per assolvere al traffico passeggeri ed ha preferito investire tutte le risorse sul porto di Ortona in maniera disorganica e approssimata.. Anche qui si evidenzia la mancanza di “coscienza marinara” da parte dei nostri politici. Non hanno capito che Ortona può diventare un porto di rilevanza nazionale solo se si promuovono quelle infrastrutture di base che consentono il traffico delle grandi navi porta container e simili.Non hanno ancora capito che Pescara potrà diventare un vero porto passeggeri solo se sarà in grado di inserirsi nel circuito delle medie crociere e se potrà ospitare traghetti capaci di trasportare non solo passeggeri ma anche camion e vetture tra l’Italia e il Mediterraneo Orientale .
http://www.pescaraonline.net